IL PROBLEMA SECONDARIO
Di particolare rilevanza teorico-pratica nell’applicare la Terapia Razionale Emotiva Comportamentale risulta il concetto di problema secondario o ABC secondario, ovvero il problema sul problema (per questo viene anche chiamato metaproblema).
In poche parole, accade che quando il cliente si rende conto di avere un problema (un ABC primario) può benissimo concentrare la sua attenzione su di esso o su qualche suo aspetto (che allora diviene un nuovo A2) ed elaborare una serie di pensieri e convinzioni (nuovi B2) altrettanto o anche maggiormente disfunzionali di quelli del primo problema, e che portano a conseguenze emotive e comportamentali (nuovi C2) altrettanto o maggiormente inappropriate o inadeguate, procurandosi così un nuovo problema, detto appunto problema secondario.
Struttura di un problema secondario (metaproblema) che si innesta su un problema primario:
Alcuni esempi di problema secondario sono il deprimersi per la propria ansia, il sentirsi in colpa per la propria collera, l’essere in ansia per la propria ansia.
Questo ABC secondario va inevitabilmente a complicare il primo e ne rende ovviamente più difficile la soluzione. Per questo la strategica preferenziale è quella di condurre l'intervento terapeutico prima sul problema secondario e solo successivamente su quello primario.
Si tratta di un concetto teorico e di una prassi operativa della cui importanza, talvolta decisiva, cominciano ormai a rendersi conto anche alcune correnti cognitiviste, riscoprendo ad esempio quanto Ellis aveva scritto da tempo sulla paura della paura, o sulla depressione, colpa, ostilità o ansia che un paziente può procurarsi rendendosi conto di avere un qualsiasi problema
psicologico. Un concetto che appunto è stato chiaramente formulato per la prima volta dalla REBT ed incorporato nel suo processo di assessment e nelle sue direttrici di strategia clinica.
Alcuni indizi dell’esistenza di un problema secondario si hanno quando il cliente appare molto turbato (ansioso o depresso) nel descrivere il suo problema primario, oppure quando emergono delle richieste decisamente assolutistiche di voler risolvere il problema primario.
È però importante differenziare il metaproblema o problema secondario da una semplice emozione secondaria. È normale che il cliente sia scontento di avere un problema emotivo e comportamentale (l’ABC primario), se così non fosse, se cioè rimanesse indifferente riguardo al proprio malessere, questo sarebbe irrazionale e dannoso. Il fatto che il cliente sia scontento di star male è funzionale, in quanto ciò lo induce a cercare un aiuto psicoterapeutico per risolvere le sue difficoltà, per cui questo non è un meta-problema. Quindi mentre l’emozione secondaria (che si manifesterà come dispiacere) è funzionale dal punto di vista pragmatico, le emozioni che possono comparire nel metaproblema (ansia, depressione, colpa o rabbia) sono invece decisamente disfunzionali e spesso diventano un ostacolo per la soluzione del problema primario.