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La REBT in età evolutiva

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Fin dal suo esordio la REBT si è occupata anche delle problematiche del bambino e dell’adolescente. Molti autori tra cui W. Knaus, R. DiGiuseppe, M. Bernard e lo stesso Albert Ellis hanno riportato applicazioni efficaci delle REBT con soggetti in età evolutiva.

Bisogna però tener conto che nel lavoro psicoterapeutico con bambini e adolescenti le strategie e le tecniche si applicano in modo molto diverso da come avviene con gli adulti. La Terapia Razionale Emotiva Comportamentale applicata all’età evolutiva non è una semplice trasposizione dei metodi che si utilizzano con soggetti adulti ed è quindi indispensabile che chi applica la REBT con bambini e adolescenti abbia profonde conoscenze sulla psicologia dell’età evolutiva ed abbia acquisito un’apposita formazione clinica in questo ambito.

Una caratteristica che rende particolarmente interessanti le applicazioni della REBT all’età evolutiva e la rilevanza che viene data al lavoro con i genitori. L’esperienza conferma il fatto che gli obiettivi terapeutici vengono raggiunti più rapidamente quando viene fornita una consulenza ai genitori dei bambini in trattamento. Le famiglie che vengono istruite sui principi della REBT possono infatti rafforzare i cambiamenti ottenuti nel bambino o nell’adolescente mettendo quotidianamente in pratica questi principi

Il terapeuta REBT ha a disposizione varie risorse per influenzare in modo favorevole la costruzione di un rapporto col bambino o l’adolescente. Alcuni accorgimenti che lo psicoterapeuta REBT utilizza per stabilire una positiva relazione terapeutica sono illustrati nel volume di Kendall & Di Pietro, Terapia Scolastica dell’Ansia.

La REBT considera l'assessment un processo dinamico che si articola per tutto il corso del trattamento e che si sviluppa parallelamente alla costruzione di una relazione terapeutica. Inoltre la REBT tende a rifiutare il modello medico dell'accertamento diagnostico, ma privilegia un assessment orientato verso il trattamento: gli aspetti più importanti da valutare sono quelli che portano all'individuazione di elementi utili per il trattamento.

Il ruolo svolto dai meccanismi cognitivi nei disturbi dell'età evolutiva non è così chiaro e definito come nel caso di adulti. La REBT tiene conto del fatto che nel bambino la capacità di riconoscere e riferire i propri pensieri è strettamente collegata alla fase di sviluppo cognitivo raggiunta. Per cui è necessaria una certa cautela nel desumere la presenza di pensieri irrazionali senza averne prove concrete, così come non sarebbe corretto concludere che non esistono in un dato bambino cognizioni disfunzionali solo perché non ne vengono riferite dal soggetto interessato.

Malgrado le osservazioni comportamentali dirette siano un'importante componente del processo di assessment, esse vengono spesso trascurate da alcuni terapeuti cognitivisti. Essendo la REBT molto comportamentale e quindi radicata nelle teorie dell’apprendimento, il terapeuta cercherà di ottenere informazioni sul comportamento del bambino attraverso metodi strutturati basati sull'osservazione sistematica nelle varie situazioni in cui il comportamento problema è solito manifestarsi. In questo caso un osservatore appositamente preparato dal terapeuta (di solito un genitore o un insegnante) prenderà accuratamente nota su schede appositamente predisposte il verificarsi di particolari reazioni del bambino nelle situazioni problematiche per raccogliere elementi utili per un’analisi funzionale del comportamento.

Per quanto riguarda l’intervento, la REBT considera essenziale integrare procedure cognitive con tecniche comportamentali. Le procedure adottate includono la consapevolezza emotiva, psicoeducazione sull’ABC dell’emozione, correzione di modalità di pensiero controproducente, problem-solving, tecniche immaginative, modeling, gestione delle contingenze. Tali procedure possono essere considerate come abilità di fronteggiamento (coping skill) che il terapeuta REBT cercherà di trasmettere al bambino nel corso del trattamento.

Anche se solitamente un bambino diventa capace di utilizzare adeguatamente il tipo di ragionamento ipotetico-deduttivo necessario per la confutazione dei convincimenti irrazionali solo quando il suo sviluppo cognitivo ha raggiunto la fase delle operazioni formali, già verso i 9-10 anni, se ha un buon livello intellettivo, può essere allenato efficacemente ad applicare su se stesso procedure di dissuasione e distanziamento cognitivo.

Malgrado alcuni terapeuti cognitivisti persistano nel mantenere una diffidenza “ideologica” nei confronti di procedure di modificazione del comportamento, la loro efficacia rimane tuttora confermata e per questo motivo Ellis le aveva sempre considerate parte integrante della REBT.